in Egitto i primi segni della presenza felina

Le prime testimonianze sui gatti

Le prime testimonianze scritte e iconografiche che ci sono giunte, provengono dall'Egitto all'incirca nel 2130 a.C. In origine, in Egitto, il gatto era un animale selvatico che viveva sulle sponde del Nilo, cacciando uccelli, topi e serpenti. Bne presto gli Egizi si resero conto che questo felino poteva diventare un valido alleato per la caccia e lo sterminio dei topi che nel momento in cui il Nilo straripava, veniva ad invadere i campi ed i granai. Di qui, quindi si iniziò ad addomesticare il gatto. Il gatto nell'antico Egitto, non fu solo amato per la sua utilità, ma fu anche adorato come emblema e come personificazione degli dei. In particolare impersonava il Dio Osiride che quando non voleva essere riconosciuto, amava trasformarsi in un gatto e la Dea Bastet benefattrice dal corpo di donna e testa di gatta. Tutti gli egiziani possedevano un amuleto della Dea Bastet, protettrice della casa e della fertilità, guardiana della salute e personificazione della luce e del calore, di conseguenza la dea più amata dal popolo egizio.

Nell'antico Egitto, l'esportazione dei gatti era proibita, reputati esseri divini. Con l'avvento della dinastia dei Tolomei e successivamente con l'abolizione del culto degli dei pagani, il gatto perse la sua importanza e il suo ruolo privilegiato.